mercoledì 30 ottobre 2013

Che cos'è lo zucchero invertito


Photo Ganyaman401

I lettori attenti delle etichette si saranno già posti questa domanda. Ebbene, il termine in sé ci dice ben poco: si dice «invertito» perché la luce polarizzata, attraversandolo, ruota verso sinistra anziché verso destra, come invece farebbe nel caso del glucosio (che per questa caratteristica si chiama, appunto, anche «destrosio»). Cosa comporta questo in cucina? Nulla.
Il saccarosio, ovvero il comune zucchero da tavola, nell’intestino viene scomposto (idrolisi) nei due zuccheri semplici glucosio e fruttosio. Si può arrivare allo stesso risultato anche industrialmente, aggiungendo al saccarosio l’enzima invertasi. Il risultato sarà un cocktail in varie percentuali di glucosio, fruttosio e saccarosio. La terza via è quella di mischiare a caldo il saccarosio con un acido, come si faceva una volta in fabbrica e come succede tuttora nella nostra cucina quando cuociamo una marmellata di frutti acidi.
Comunque sia, più fruttosio c’è alla fine e più sarà dolce il composto: questa è una caratteristica che ci interessa. Le altre sono: lo zucchero invertito abbassa il punto di congelamento (utile in gelateria), ritarda la cristallizzazione (utile in pasticceria, soprattutto quando si preparano le glasse di copertura) e trattiene l’umidità più del saccarosio (quindi i prodotti da forno si seccano dopo).
Le caratteristiche negative sono invece che è difficile trovare in commercio lo zucchero invertito, e comunque è sempre il frutto di una manipolazione. La soluzione potrebbe essere quella di ricorrere al miele, che assomiglia allo zucchero invertito sotto tutti gli aspetti. L’unico accorgimento è quello di sceglierne un tipo dal sapore molto lieve, come il miele di acacia, per non coprire tutti gli altri.
Il costo sarà più alto rispetto allo zucchero invertito industriale, ma noi dobbiamo forse preparare cento chili di brioche?

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