In queste poche righe c’è tutta la filosofia del libro: questo
romanzo è una caramella. Ha un buon sapore, ti addolcisce la bocca... e non ti
lascia nulla. Personaggi e trama inconsistenti come una mou, ma ben
confezionati per ingolosire.
Jenny è una precaria londinese che da anni ristagna in una relazione con un
bambinone viziato e mammodipendente. Superata la fatidica soglia della trentina
senza la fede al dito (orrore!), la fanciulla viene mandata dalla madre nel
narcotico paesino di Lipton con il pretesto di seguire il trasferimento di una
vecchia zia nella casa di riposo, dopo aver messo in vendita il suo delizioso
cottage col tetto di paglia e il negozio di caramelle che ha fatto la felicità
di grandi e piccini per generazioni. E occupandosi delle faccende famigliari
nella pittoresca campagna inglese, inutile dire che Jenny riscopre il fascino
della vita di provincia: bellissimi paesaggi, la natura tutto intorno, rapporti
umani più diretti e carrettate di bei maschi dai bicipiti in vista.
Vi ricorda un Harmony? Lo è.
Non mancano tutti gli ingredienti di prammatica: l’amico gay, le gaffe alla
Bridget Jones, il negozio di dolcezze. Non manca nemmeno l’aristocratico bello
e tenebroso autorecluso nella dimora sulla scogliera, con un segreto tutto da
svelare.
Vi sto dicendo di non leggerlo?
No. Quando il morale è sotto i tacchi, è meglio leggere qualcosa di dolce
anziché spazzolare intere scatole di bonbon...
Brano tratto da Jenny Colgan, La
bottega dei cuori golosi, Piemme, Milano 2013, pag. 414
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