giovedì 21 agosto 2014

Tempo di ribes rosso



Se girate per boschi umidi dell’Italia settentrionale (e nell’estate 2014 i boschi sono sempre stati a dir poco umidi) vi potrebbe capitare di vedere i cespugli di ribes rosso, che arrivano a maturazione tra giugno e settembre. Questo arbusto delle Sassifragaceae è caratteristico soprattutto dell’Europa centro-settentrionale e dell’America settentrionale, e se ne contano circa ottanta specie. Da noi ne crescono spontanee tre: il ribes rosso (Ribes rubrum), il nero (Ribes nigrum) e il bianco (Ribes grossularia o uva spina).
Le decorative bacche rosse vengono consumate così come sono e in macedonia, oppure sotto forma di gelatine, marmellate, succhi, sciroppi, liquori, salse... Ma non sono solo belle (link). Come tutti i frutti di bosco, risultano infatti antiossidanti e antinfiammatorie e potenziano le difese immunitarie. Grazie agli acidi organici, agli zuccheri, alle mucillagini e alla vitamina C, bacche e foglie risultano blandamente diuretiche e disinfettanti (il che è utile per contrastare la cistite e i problemi renali). Inoltre, gli acidi malico, tartarico e citrico − che procurano al ribes rosso il caratteristico sapore − pare che stimolino la secrezione dei succhi gastrici e depurino il fegato.
Rispetto al ribes nero, più ricco in vitamina C e antociani (i pigmenti che donano il colore scuro anche all’uva), il rosso contiene più piridossina o vitamina B6, che tra le sue tante funzioni è precursore di diversi neurotrasmettitori (come quelli legati al benessere e all’attenzione, ovvero serotonina e dopamina) e modulatore degli ormoni steroidei.
Se quindi un cespuglio di ribes rosso occhieggia tentatore nel sottobosco o nell’orto di qualche amico, cedete alla tentazione: non saranno trendy come altre bacche molto più esotiche, ma vale la pena riscoprire il gusto di queste piccole sfere di benessere e serenità.

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