Menta piperita - Foto Massimo Piccoli |
Narra il mito che la menta prende nome dalla ninfa Mintha,
trasformata in pianta dalla regina degli Inferi Persefone quando la scoprì ad
amoreggiare col regale consorte. Ade, allora, come regalo d’addio donò alla
ninfa l’inconfondibile profumo, affinché anche affondando le radici nella terra
continuasse con il suo aroma a danzare nei boschi portata dal vento.
O forse
il nome deriva, meno poeticamente, dalla
radice (etimologica, non botanica...) math,
che significa «scuotere, turbare».
A ben pensarci, però, le due origini non sono poi tanto distanti l’una dall’altra:
in entrambi i casi a questa pianta viene riconosciuto il profumato potere di
risvegliare e vivificare. Già, perché la menta è eccitante e tonificante, oltre
che aromatica, digestiva e rinfrescante, antalgica, antisettica e diuretica.
Presente in numerosissime varietà, molti conoscono solo la
piperita (dall’inglese peppermint),
particolarmente ricca di mentolo, ma esistono la menta cioccolato (vedi foto),
la glacialis (freschissima), la longifolia (con un vago aroma affumicato),
la citrata al bergamotto (con cui
condivide l’acetato di linalile, quello che dà carattere all’acqua di Colonia),
la suaveolens alla mela verde... Vi
conviene strofinare una fogliolina fra le dita e annusare il profumo prima di
fare la vostra scelta nel vivaio perché, tra tanti ibridi, più che il nome dà
affidamento il vostro naso.
Menta cioccolato - Foto Massimo Piccoli |
Nei suoi mille sapori, la potete utilizzare nel tè, come da tradizione araba, nella frittata, nella salsa allo yogurt, nelle verdure cotte
come le zucchine e i carciofi, nel pesce e nella carne, o semplicemente aggiungendo qualche
fogliolina all’insalata verde, a quella di pasta e al riso in bianco.
Mmm, sentiamo già il profumo che danza nei boschi, pardon,
in cucina!
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