«Aiuto, il mio bambino non mangia le verdure, come
faccio a invogliarlo?» «La mia vivrebbe d’aria, divora i libri ma a tavola è
uno strazio.» «I miei invece buttano giù tutto come se non ci fosse
un domani: mi chiedo se si accorgano di cosa mettono in bocca.»
Ti riconosci in una di queste
frasi?
Se mangiare è necessario per
la sopravvivenza e la fame è un bisogno primario, dimentichiamo spesso che
mangiare bene, cioè con
consapevolezza, è una faccenda culturale, che va appresa e coltivata. Funziona
come il gusto, che solo in parte è innato. Basti pensare ai sapori amari, che
ai bambini non piacciono, o a quelli molto piccanti tipici di certe cucine e
non di altre.
Tutti noi trasmettiamo
cultura direttamente o trasversalmente: leggiamo storie ai piccoli, regaliamo libri
ai più grandi, magari raccontiamo loro nostri ricordi d’infanzia oppure storie
di famiglia. E poi scegliamo cosa cucinare, quando e come in base al nostro
background, al grado di consapevolezza e alla competenza (oltre alle variabili
oggettive, come tempo e risorse). Nulla è casuale. Per esempio, i nostri
calendari domestici risentono in modo più o meno consapevole della stagionalità
vegetale, del nostro contesto sociale o religioso, delle agende professionali.
Possiamo essere vegani per motivi etici o salutistici, osservare il Ramadam o
la quaresima, oppure fare una dieta dopo l’altra perché siamo ossessionati dal
modello estetico occidentale della magrezza. Comunque sia, tutto questo
influenzerà il nostro approccio al cibo, che a sua volta plasmerà quello che i nostri
bambini avranno con l’alimentazione adesso e in futuro.
Una bella responsabilità. E
non ci sono manuali d’istruzione come per lo smartphone.
Se la pensi così, puoi
tranquillizzarti. In effetti, ce ne sono tantissimi. Alcuni che forniscono
esplicitamente istruzioni come i saggi, altri che veicolano i loro contenuti
educativi sotto sembianze più accattivanti – il libro illustrato, la fiaba, la
raccolta di filastrocche, il romanzo.
Ovviamente puoi andare in
libreria, anche se ormai pare che il libraio colto sia una razza quasi estinta,
a favore del ventenne che potrebbe vendere Salinger o salumi con la stessa
indifferenza. Puoi andare fisicamente in biblioteca, che ha sempre il suo fascino,
oppure puoi sfruttare la sua evoluzione virtuale tramite lo strumento che già
hai sotto i polpastrelli. I siti internet dei sistemi bibliotecari sono infatti
una miniera inesauribile di informazioni.
Puoi cliccare sopra il primo link in alto a destra in questo blog, ovvero Magia e spazzatura, per seguire passo passo come costruirsi una bibliografia sul cibo nelle sue varie sfaccettature: simbologia, antropologia, sociologia, psicologia, letteratura, ricettari e così via, facendo anche un viaggio intorno al mondo in centinaia di titoli.
Oppure puoi digitare in un
motore di ricerca un tema più specifico come “bibliografia cibo bambini” per trovare la ricchissima
bibliografia ospitata dal CSBNO, ovvero Culture Società Biblioteche Network
Operativo (in pratica, un consorzio che mette in rete una sessantina di
biblioteche pubbliche nella città metropolitana di Milano). L’indirizzo che
corrisponde a una delle bibliografie attualmente più ricche e complete sul web è
questo.
Ci sono poi associazioni che
mirano all’Educazione alla Cittadinanza Mondiale (ECM) come CoLomba
(Cooperazione Lombardia), che al link “Materiali” offre kit pedagogici per le
scuole sui temi della produzione e consumo di cibo, sull’accesso al cibo, la
sua sostenibilià, la sovranità alimentare e altro. In questo sito puoi trovare
“La piccola bibliografia sul cibo di Seminiamo il futuro”.
Questi sono solo un paio di
esempi di come tu possa iniziare a costruirti un “menu” di letture personalizzato
sul tema che più ti sta a cuore, nello spettro che va da «Mio
figlio non vuol mangiare nemmeno uno spaghetto» a «Mio
figlio divorerebbe il mondo».
Per proseguire potrai poi farti trasportare dalla corrente, di link in link. Buona navigazione!
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