...anche se
ultimamente si parla molto di «dieta paleolitica», pochi sanno cosa mangiavano
di preciso i nostri antenati. Probabilmente i più antichi, come l’Homo
abilis, erano onnivori con poche pretese, che si accontentavano di piccola
selvaggina o di grandi animali trovati già morti, nonché di quello che potevano
racimolare nell’ambiente circostante (bacche, erbe e radici, ma anche insetti e
larve).
Accantonata
la gloriosa caccia al bisonte, dovremo immaginare i nostri progenitori intenti
a scavare con un bastoncino in qualche tana di insetti o a dissotterrare tuberi
per mettere insieme la cena. Un’immagine ben poco suggestiva, che però può diventare
affascinante visitando la mostra Table
all’Arengario di Monza.
Su
una tavola imbandita lunga una decina di metri ci sono 28 pasti tipici dei
nostri avi nelle varie epoche umane, dal Paleolitico in poi. Cos’avremmo messo
in tavola se fossimo stati etruschi o antichi egizi? Sapevate che il «chilometro zero» adesso
tanto di moda era un dato di fatto nel Medioevo come la delocalizzazione lo era
nell’Ottocento? E che la multisensorialità gastronomica è diventata argomento
di indagini erudite già nel Settecento?
Che vi stupisca vedere la bottiglietta
del Campari sulla tavola di inizio Novecento o vi susciti tanta nostalgia l’allestimento
degli anni Settanta, con l’ananas sciroppato e la pasta Balena, questa mostra
fa al caso vostro. Ma godetevi oggi la passeggiata nel centro storico di Monza, perché è l’ultimo giorno di questa esposizione: poi potrete
sempre cercare sul sito dei curatori, wood*ing (link), le prossime attività.
Brano tratto da «La dieta paleolitica», in Roberto Mazzoli
ed Emma Muracchioli, La dieta italiana
dei gruppi sanguigni, Sperling &
Kupfer, Milano 2013.
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